Pagina:Barzini - Una porta d'Italia col Tedesco per portiere, Caddeo, Milano, 1922.djvu/139

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e più spesso tra Italiani e Italiani. È una pietà. Non tutta la colpa, anche qui, è del Governo, al quale nondimeno si rimprovera, con la mancata prescrizione delle due lingue presso avvocati e giudici, la nessuna assistenza legale della nostra gente, non di rado più disgraziata che malvagia.

Il fascismo, per tornare ad esso, nell’Alto Adige non dovrebbe nemmeno, a parer nostro, essere affidato soltanto ai giovani Trentini, siano o non siano stati combattenti, perchè i giovani Trentini ricambiano cordialmente agli Alto Atesini e Tirolesi l’antipatia di cui gli Alto Atesini e Tirolesi hanno dato per essi mille prove, e quali prove! in passato. Nei dirigenti ci vorrebbe, qui, un tatto anche maggiore che in ogni altra cosa: e lo stesso dicasi per tutti i buoni patriotti, anche non legati ad alcuna associazione.

Obbligare i Tedeschi per le vie di Bolzano, di Merano o di Bressanone a levarsi il cappello quando passa una bandiera tricolore, che non è la bandiera tricolore d’un reggimento, o urlare viva l’Italia sotto il loro naso, quando assistono tranquilli a un nostro corteo, è provocazione imprudente come quella di chiedere alla cantiniera tirolese di un caffè o di un ristorante se essa è contenta di essere diventata italiana o ai bimbi d’un rude montanaro se piace loro il Regno d’Italia. Errori imperdonabili e non solo di turisti di passaggio, entusiasti delle belle abetaie, delle rosee dolomiti e dell’eccellente vino di Santa Maria Magdalena,