Pagina:Barzini - Una porta d'Italia col Tedesco per portiere, Caddeo, Milano, 1922.djvu/90

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venire rinforzi dall’Austria e magari dalla Germania. Gli effetti si intuiscono. Un professore di lingua italiana, entrato a dare la sua prima lezione in una classe che ha per insegnante un germanico, in una scuola che ha per direttore un austriaco, si è sentito salutare con queste parole da un allievo quattordicenne: «Alle Welschen müsste man aufhängen!» — cioè: «Tutti gl’italiani dovrebbero essere impiccati!». Il direttore austriaco si rifiutò di punire l’espressione di un desiderio che egli probabilmente condivideva. E si capisce. Non si capisce invece perchè si condanni l’Italia a sottostare a tanto danno, a tanta vergogna, a tanta umiliazione, contro ogni diritto, contro le stesse clausole del trattato di pace che ci autorizzano a sfrattare gli austriaci senza nemmeno renderne ragione, per mantenere degli stranieri che nessun paese civile tollererebbe, in posti che parzialmente retribuiamo col nostro denaro, nei quali avvelenano il nostro avvenire.

Questo per i maestri stranieri. Ma vi sono qui funzionari stranieri, alti e bassi, vi sono dei giudici stranieri, dei poliziotti stranieri, e non parliamo degli avvocati stranieri, piovuti da Vienna, da Graz, da Innsbruck per aderire furiosamente al Deutscher Verband, nel quale hanno anche qualche carica direttiva, e adoperare i privilegi della loro missione come arma contro l’Italia. I Tribunali, inquinati da elementi stranieri, vomitano in nome del Re sentenze scandalose, come quella che