Pagina:Beccaria - Opere, Milano, 1821.djvu/277

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DELLO STILE 191

rappresentano ciascuno in particolare e tutti in generale; perciò, a chi sottilmente considera, ben lontani di rappresentare un'idea o una nozione, involgono un tacito e rapidissimo paragone che fa la mente nostra schierandosi dinanzi una moltitudine d’individui, di cui ne considera la somiglianza, ossia il rapporto comune. Tutt’i nomi in tutte le lingue sono stati appellativi, il minor numero de’ quali poi ha preso il significato di nome proprio, secondo i diversi bisogni che diversi uomini e diverse società hanno avuto di distinguere le cose simili tra di loro; il maggior numero però ha conservato la natura di appellativo, con questa differenza, che alcuni lo sono meno, ed altri più; cioè alcuni si estendono a meno individui, ed altri ad una maggior quantità di essi. Per esempio, uomo è più speciale e meno appellativo di animale; ed animale è meno di essere; e cittadino ed italiano sono a diversi riguardi meno di uomo appellativi, e più speciali. A misura che questi nomi divengono più generali e più appellativi, cresce la moltitudine degl'individui ai quali convengono: ora crescendo il numero degl'individui, s’indebolisce la somiglianza che questi molti individui hanno tra di loro; ma il nome appellativo non può rappresentare molti e diversi individui se non per le somiglianze che hanno tra di loro: dunque quanto più il nome sarà appellativo e generale, tanto più si ristringerà il significato ad idee più poche e più deboli, quantunque abbia un significato numericamente piu esteso. Quanto