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Lo stato della mente umana, a quel tempo, è descritto stupendamente in alcuni trattati che si trovano tuttora nelle nostre biblioteche, in essi vediamo la ricerca penosa di argomenti atti a provare che, per quanto triste sia la vita dell’uomo, fatte le debite considerazioni, val meglio vivere che sacrificarsi. Disprezzandosi, finivano col disprezzare il loro Creatore, e v’era una decadenza generale nella fede religiosa.

Soltanto alcuni raggi pallidi e nebbiosi, velati dal dubbio e dal timore, rischiaravano il caos della terra. Ci sembra degna di compassione la pazzia degli uomini che dubitavano di Colui che aveva dato loro la vita e temevano la mano che li aveva creati; ma dobbiamo riflettere che fanciulli coraggiosi durante il giorno, sono spesso paurosi all’oscuro. Da allora s’è fatto giorno: è assai facile il credere in Dio, al secolo XX.

Non ho potuto accennare che brevemente e per quanto lo consentiva il carattere della mia conferenza, le cause che prepararono le menti umane al passaggio dal vecchio al nuovo sistema e le cause che spiegano il perduramento della disperazione. Il raggio di sole, che brillava dopo una notte così lunga ed oscura, dovette abbagliare. Dal momento che gli uomini si permisero di vedere che l’umanità potesse progredire illimitatamente, la reazione dev’essere stata rapidissima; son certo che non v’è nulla che possa uguagliare l’entusiamo destato da questo nuovo sentimento. In questa occorrenza si deve avere sentito che non v’era alcun avvenimento storico che reggesse al paragone di quello. Non fu necessario sacrificare nessuna vittima, quantunque un fatto simile ne meritasse milioni e milioni; un semplice cambiamento di dinastia in un piccolo regno, costò spesso assai più vite che non la rivoluzione, che condusse finalmente il genere umano sulla retta via.

Chi vive nei nostri bei tempi non pensa nemmeno di desiderare un’altra sorte, eppure io ho spesso pensato che cederei volentieri la mia parte di giorni felici, per poter occupare un posto in quel tempestoso periodo di passaggio, in cui alcuni eroi spalancarono, agli sguardi di una stirpe senza speranze, le solide porte del futuro e le mostrarono, invece del muro che sbarrava