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«Tutto al contrario, invece si emigra costantemente, se con ciò intendete parlare del passaggio in paese straniero, allo scopo di eleggervi un domicilio fisso», aggiunse il dottor Leete. «Questa emigrazione è regolata mediante un semplice sistema internazionale di indennizzazione.

Se, per es., un uomo di ventun’anno emigra dall’Inghilterra in America, l’Inghilterra risparmia le spese per la sua istruzione ed il suo mantenimento e l’America acquista gratuitamente un operaio; quindi l’America dà un compenso all’Inghilterra. Se l’uomo che emigra è presso alla vecchiaia, è la nazione che lo accoglie che riceve il risarcimento. Per quanto concerne poi gl’inabili, ogni nazione deve far sicurtà per i suoi membri e garantire che penserà al loro sostentamento. Con queste condizioni è illimitato il diritto di emigrare quando si vuole».

«Ma come si fa per i viaggi di piacere o di studio? Come può un forestiero viaggiare in un paese straniero, gli abitanti del quale non accettano danaro, e procurarsi le cose necessarie alla vita? Il suo biglietto di credito non sarà naturalmente valido in un altro paese. Come fa a pagare le spese di viaggio?»

«Un biglietto di credito americano», rispose il dottor Leete, «vale in Europa come vi valeva prima l’oro americano; soltanto lo si converte col mezzo di pagamento usato dalla nazione in cui si viaggia. Un americano che presentasse a Berlino il suo biglietto di credito, all’ufficio locale del consiglio internazionale, riceverebbe in cambio un biglietto di credito tedesco, il cui valore verrebbe ascritto a carico dell’America».


«Signor West, desinereste volentieri all’Elefante oggi?» domandò Editta, mentre ci alzavamo da tavola.

«Così si chiama», spiegò suo padre, «la trattoria generale del nostro circondario. Facciamo ammannire i nostri cibi dalle cucine pubbliche e, alla trattoria, il servizio e la qualità delle vivande sono assai migliori. I due pasti minori si fanno generalmente a casa, giacchè non franca la spesa di uscire per sì poco: ma generalmente si va a desinar fuori.