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donde

.


In virtù di quest’ultima equazione, la seconda delle (15)

,

donde consegue che l’espressione dell’elemento lineare conserva la stessa forma anche mutando l’origine, e quindi, per un ragionamento analogo a quello di pocanzi, che la sovrapponibilità ha luogo in ogni caso, poichè basterebbe ora far uso di una nuova sostituzione ortogonale per rendere i nuovi assi affatto indipendenti dai primi.

Le (14) (15, 1ª) (17) danno

per ,

da cui e dalla (16, 2ª) si conclude che la più generale trasformazione d’assi ha luogo per mezzo di sostituzioni omografiche.

Prescindendo da questa trasformazione delle coordinate , , in altre della stessa specie, vi sono altre trasformazioni che danno all’elemento una forma notabile. Quella che si potrebbe chiamar polare si ottiene ponendo primieramente

, , ,

colla condizione . Di qui si ricava

,

dove , epperò

.

Ma chiamando la distanza geodetica dall’origine, o polo, al punto , si ha

, ,