In virtù di quest’ultima equazione, la seconda delle (15) dà
,
donde consegue che l’espressione dell’elemento lineare conserva la stessa forma anche mutando l’origine, e quindi, per un ragionamento analogo a quello di pocanzi, che la sovrapponibilità ha luogo in ogni caso, poichè basterebbe ora far uso di una nuova sostituzione ortogonale per rendere i nuovi assi affatto indipendenti dai primi.
da cui e dalla (16, 2ª) si conclude che la più generale trasformazione d’assi ha luogo per mezzo di sostituzioni omografiche.
Prescindendo da questa trasformazione delle coordinate , , in altre della stessa specie, vi sono altre trasformazioni che danno all’elemento una forma notabile. Quella che si potrebbe chiamar polare si ottiene ponendo primieramente
,
,
,
colla condizione . Di qui si ricava
,
dove , epperò
.
Ma chiamando la distanza geodetica dall’origine, o polo, al punto , si ha