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Pagina:Beltrami - Teoria fondamentale degli spazii di curvatura costante - 1868.pdf/15

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dunque

, (18)

forma che giustifica la denominazione di polare, poichè in essa le variabili sono il raggio vettore , e le quantità che definiscono la direzione di questo raggio.

Da questa forma si passa facilmente ad un’altra che si potrebbe chiamare stereografica, e che si ottiene ponendo

,


dove e , hanno i significati di pocanzi. Di qui si cava

,


,

e quindi, quadrando e sommando le equazioni che risultano dalla penultima col fare , con riguardo all’ultima ed alla (18),

. (19)

Questa forma è stata indicata senza dimostrazione da Riemann, nella citata Memoria postuma (II, § 4).

Riemann ha indicato un altro sistema di coordinate, dal quale egli trae la misura delle curvature di un dato spazio intorno ad un punto (II, § 2). Queste coordinate sono per certi rispetti analoghe alle ortogonali cartesiane, poichè si ottengono dalle polari col porre

, , , .

Da queste si ha

,