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dove le , sono parametri costanti. Queste due superficie sono intersecate dallo spazio secondo due geodetiche che, per una precedente osservazione, sono ortogonali all’asse . I due punti di coordinate


,

,

giacciono rispettivamente sulla prima e sulla seconda superficie, e precisamente sulle due geodetiche anzidette, e la loro distanza è data (8) dalla formola

,


dove si è posto

, ,

.


Da essa, chiamando , le lunghezze delle due geodetiche comprese fra il punto comune , ed i due punti considerati, si trae

, ,

e quindi

, ,

valori i quali mostrano che

.


Siccome in questa formola non resta più traccia del punto preso sull’asse , così si vede che da qualunque punto di questo asse si conducano nelle due superficie le geodetiche di lunghezza , , la distanza geodetica dei loro estremi è sempre costante. E poichè questa proprietà sussiste per lunghezze , qualunque, necessariamente sussiste per lunghezze infinitesime, donde scaturisce il teorema annunciato.

Ammettendo, come già si è fatto implicitamente nel porre la condizione

Beltrami. 3