Pagina:Benedetto Giovanelli - Trento città d'Italia per origine, per lingua, e per costumi, 1850.djvu/17

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pero Romano in Occidente risulta con molta probabilità dall’avere il Monarca Goto riguardati costantemente per Italiani gli abitanti Trentini. Questo Re è quel medesimo, che rifabbricò le mura di Trento poc’anzi distrutte da Attila Re degli Unni, e dilatò l’estensione della vecchia Città unendovi il sobborgo meridionale, Quartiere detto ancor oggi Borgo nuovo.

Sotto i suoi successori Atalarico, Teodato, e Totila Trento restò compreso nell’Italia, anzi i confini di questa si estendevano ancora sino al monte Prenner, di che ci somministra la più convincente prova il contemporaneo Gregorio di Tours Vescovo, e Scrittore illustre, allorchè facendo menzione del Castello situato sul Prenner, Italiæ castrum lo nomina.

Invasa l’Italia dai Longobardi, che vi distrussero l’Impero de’ Goti, fu gran parte di quella divisa in Ducati, e Trento divenne la Capitale d’uno di questi, che nella sua istituzione era entro mediocri termini ristretto; poichè aveva la meta Lombardica (Mezzo lombardo) e la Teutonica (Mezzo tedesco) per confine verso lo stato di Baviera, che durante la guerra d’Italia ebbe agio di dilatarsi. Ma breve nell’estensione conviene, che sia stato grande nella forza di concentrata Signoria, perchè il solo Evino creato Duca di Trento da Alboino battè a Salorno il potente Cranichio, ed