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libro primo - capitolo ix 103


quale deve essere l’istoria. Con queste e con diverse altre simili digressioni ad ogni nuova scena di personaggi, l’autore si allontana con troppo eccesso, per dire il vero, dalla narrazione principale. Ma se tante sono queste che riguardano le persone, quante piú sono l’altre che si veggono tramezzate nelle materie. Leggasi attentamente ogni libro, e si vedrá quanto spesso l’autore con narrazione saltellante (per chiamarla cosí) vada senza alcuna occasione accumulando notizie a notizie, e quanto spesso confonda quelle di fuora con quelle di dentro, senza distinguere ben prima fra le soverchie e le necessarie, e senza considerare quali possono aggiungere maggior lume e quali diminuirlo piú tosto alla principale descrizione della guerra di Fiandra. In questa parte è sí grande l’eccesso che il voler notare tutti i luoghi sarebbe un finir mai. E ciò facilmente può giudicarsi dall’aver l’autore consumati i primi sei libri nelle cose che descrive sotto la regenza della duchessa di Parma, nel qual tempo seguirono solamente le prime alterazioni di Fiandra, le quali poi degenerarono in guerra aperta sotto il governo del duca d’Alba.

Né può addursi per difesa delle prime digressioni accennate di sopra il dire che si debbano chiamare piú tosto elogi che vite, col darsi l’esempio delle piú celebrate istorie che sogliono far ciò ne’ personaggi di maggior conto, perché in esse gli elogi non pigliano forme di vite ma ritengono la propria loro vera d’elogi, sbrigandosene ordinariamente gli autori con poche righe, e riferendo con sommo decoro solamente ciò che in quel separato luogo si può notare di piú memorabile in quei personaggi.

Cosí fa Salustio, per lasciar da parte gli autori greci e seguire i piú celebri nostri latini, quando rappresenta le qualitá che erano piú da considerarsi nella persona propria di Catilina, quando piglia una sí bella e aggiustata occasione di rappresentare quelle di Cesare e di Catone, e quando egli nella Guerra Giugurtina descrive pur similmente quelle di Giugurta e di Mario. Tali sono gli elogi da lui fatti a persone vive, e se avessimo l’altre sue principali composizioni istoriche,