Pagina:Berchet, Giovanni – Poesie, 1911 – BEIC 1754029.djvu/351

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360 POESIE GIOVANILI E TRADUZIONI Mesci, o suora, i destili. Presto forbisci cinque pugnali, e portali all’eletto drappel dei cinque, che seder tu vedi 270 sui domestici avelli, e l’uno all’altro accennando dei lor cari l’eccidio chieder morte e vendetta. E tu vendetta prometti e giura, e gli arma, e a lor tu stessa sesta furia t’aggiungi, e tu li guida. 275 Oh vera gioia! Ecco vibrato è il colpo, ecco che il tigre nel bel fior degli anni trafitto giace ai lari, e non lo salva né la moglie né il pianto. Inno funereo per lui non sorge e illacrimato è il nome. 280 Sol furtivi sospir manda notturna la meretrice, e pia di poche rose nel trivio il corpo derelitto onora. Mesci i negri destili, mesci, o sorella. Chi sei? chi sei che nel Ticin t’appiatti 285 e tremi inetto alla battaglia? Il ciglio tergi, ché il libro non è chiuso ancora de’ fati viscontei. Vinta la donna dalle supplici tue lacrime, alfine ti consente le nozze. E tu calcato, 290 tu nulla giá, per lei di cento e cento invitte lance t’avvalora i passi. Per lei cingi, per lei del si conteso serto la fronte. Perfido! la scure all’alta caritá fía guiderdone! 295 Mesci i negri destin, mesci, o sorella, la suprema vendetta. U’ sono, u’ sono i cantici guerrieri? ove è quel brando che per tuo prò si ardito alle tue chiome tanti lauri mieteva? Entro la reggia 300 sdegni accoglierlo? Ingrato! A danno tuo piú terribil rotar vedilo, e tutti strapparti ei stesso i giá donati allori; schiavo dei schiavi tuoi, eccoti a lato il livido Sospetto, a mensa, in trono 305 ragionarti di morte. E la Paura, su le adultere piume silenziosa,