Pagina:Berchet, Giovanni – Poesie, 1911 – BEIC 1754029.djvu/81

Da Wikisource.

Fúr le bande nimiche allor viste
ceder campo, tremar del portento,
e percosso da miro spavento
rovesciarsi il cavallo del sir.
305 Dio fu nosco. Al «drappel de la morte»,
alla foga de’ carri falcati
ei fu guida, per chiane e fossati
impigliando gli avversi guerrier.
Si, Colui che par lento agli afflitti,
310 è il Dio vigil che pugna per essi:
nel suo giorno ei solleva gli oppressi,
fa sui prenci il disprezzo cader.
Or, m’udite! Al giaciglio de’ servi
questa rissa di sangue vi toglie:
315 saldi, eretti, riarsi di voglie,
vi fa donni del vostro vigor.
Ma vi affida un destin che v’ è nuovo,
che vi sbalza su ignoti sentieri :
a percorrerli voi, v’è mestieri
320 altro spirto comporvi, altro cor.
Oh! dannati que’ giorni quand’uomo
da qual fosse cittá peregrino,
per qual porta pigliasse il cammino,
uscia verso un’esosa cittá!
325 Non la siepe che l’orto v’ imprima
è il confin dell’ Italia, o ringhiosi ;
sono i monti il suo lembo: gli esosi
son le torme che vengon di lá.
Le fiumane dei vostri valloni
330 si devian per correnti diverse,
ma nel mar tutte quante riverse
perdon nome e si abbraccian tra lor.
Cosi voi, come il mar le lor acque,
tutti accolga un supremo pensiere,
335 tutti mesca e confonda un volere,
l’odio al giogo d’estranio signor.