Pagina:Berchet, Giovanni – Scritti critici e letterari, 1912 – BEIC 1754878.djvu/103

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VII

Intorno al significato del vocabolo «estetica».

Fu ricapitata non ha guari ad uno de’ nostri amici una lettera senza data né indicazione alcuna del luogo ove dimori la signora che la scrisse. Voglioso di far pervenire alle mani di lei una risposta, né sapendo come far meglio, ci pregò egli di inserirla nel nostro giornale, preceduta dalla lettera di madama.

Ecco l’una e l’altra.

I

Signore,— Siete pur gente goffa voi letterati! Vi dolete che nessuna donna legga le cose vostre, e fate poi ogni possibile perché i vostri scritti non riescano leggibili. Al vedervi cosí fieri dei vostri periodoni a perdita di fiato, cosí innamorati delle vostre frasi rancide e di tutte quelle disgrazie con tanto di barba che voi altri chiamate «grazie di lingua», sono tentata di credervi tutti quanti uomini di coda e cipria e barolé. E voi sentite bene che in faccia a noi donne questi ornamenti non sono una buona raccomandazione. Cari goffi davvero! E non vi basta neppure di usare un linguaggio che per intenderlo s’abbia ad aver ricorso ogni tratto al vocabolario; che anzi andate a bella posta pescando, chi sa dove, certe parolacce che ne’ vocabolari si cercano invano. Vi dimando un poco se questo è senso comune o indizio almeno di buona creanza. Perdonate, ma siete incivili. E se pochi vi leggono, vi sta bene.

Io per altro non sono donna di lunga collera; e sfogato cosí un poco il dispetto, v’offro, se vi piace, il mezzo di far la nostra pace. Eccolo: spiegatemi che cosa vuol dire «estetica»; che sia il «diletto estetico» ed il «bisogno estetico»; che cosa significhi «interesse estetico».