Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
xvi. sulla «sacontala» | 149 |
SACONTALA
O SIA
L’ANELLO FATALE
Dramma indiano di Calidasa
Il dramma è preceduto da un prologo brevissimo in forma di dialogo tra l’impresario del teatro ed un’attrice. Questo prologo non ha altro scopo che di annunziare la recita della Sacontala, ed è preceduto anch’esso dalla seguente benedizione pronunziata da un bramin1: — L’acqua fu l’opera prima del Creatore; il fuoco riceve le obblazioni comandate dalla legge; il sacrificio è celebrato con solennitá; i due lumi del cielo distinguono il tempo; il sottile etere, veicolo del suono, riempie l’universo; la terra è la madre naturale d’ogni incremento; e l’aria anima ogni cosa che respira. Visibile sotto queste otto forme, benedica e sostenga noi tutti Issa, il dio della natura.
ATTO I
Dushmanta, re dell’India, appare sopra un carro, inseguendo a briglia sciolta un’antelope (gazella) ch’egli vorrebbe ammazzare. La belva si ripara nel bosco sacro. Esce un eremita accompagnato da un discepolo, e scongiura il re d’aver pietá di quella
- ↑ Pare da ciò che presso gl’indiani i divertimenti teatrali fossero, come presso i greci, una specie di riti sacri. Si è tradotta la benedizione non come un tratto di poesia da poter fare effetto in Italia, ma come una bizzarra curiositá. Ne’ greci e ne’ latini vi ha pur molte e molte particolaritá che per noi sono insipide, appunto come la benedizione del bramino.