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XXIII. DUE RAPPORTI UFFICIALI AL GOVERNO AUSTRIACO 223

une dalle altre, fa succedere al solito congegnamento delle sillabe una specie di vocabolarietto (pagina 14 e seguenti), ove registra sotto separati capi ora le diverse parti del corpo umano, ora le diverse parti d’una casa, e le diverse suppellettili, e le parti del vestito, e cosi via. Codesta enumerazione ei la interseca, mettendo in moto i verbi che indicano l’uso o determinano l’azione di chi adopera tale o tal altro oggetto, di chi si giova di tale o tal altra circostanza. Col progredire delle pagine cresce la complicazione delle idee, fino a condurre il fanciullo a descrivere ciò ch’ei fa in casa, ciò che fa in iscuola, come ei si comporta co’ suoi parenti, come col maestro, come co’ superiori, cogli uguali, co’ dipendenti: dal che si trae occasione distillargli la conoscenza e, per quanto il comporta la tenera mente sua, anche il sentimento della convenienza de’ propri doveri. Cosi, senz’essere sbigottito dalla mistica severitá de’ precetti, il ragazzo si trova in mezzo ad una morale applicata, che di certo è piú efficace di quante massime teoriche gli possono aggravar la memoria. Poi all’insipidezza degli apologhi sono sostituite altre nozioni esatte di cose e di fatti, come a dire notizie intorno i pesi e le misure, intorno le stagioni e i diversi lavori de’ campi, e descrizioni delle varie arti e de’ vari mestieri che piú cadono sott’occhio al fanciullo; e, per rallegrarlo anche alcun poco, la descrizione discende fino a’ soliti giuochetti e trastulli della /anciullezza, scaltramente insinuando a quali sia da darsi la preferenza, e perché. Poi anche qui sono proposte molte massime morali e di civiltá, ma tutte convenienti all’etá prima, ma coordinate in modo che l’applicazione alle circostanze reali della vita del fanciullo sia o giá fatta, o facilissima a farsi da lui stesso. Ed in una stori etta che il maestro racconta, ed in altre sentenze ch’egli detta a’ fanciulli, contengonsi alcune idee piú elevate di morale civile e religiosa, nelle quali, quantunque non si possa dissimulare il consueto peccato delle idee astratte, pure il vizio può dirsi minore che non nel libro italiano, essendosi dal tedesco qui almeno fatto qualche sforzo per inclinarle al concepimento puerile. Nel rimanente del libro stanno le regole del compitare e della buona pronuncia.