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ii. lettera semiseria di grisostomo 37


Via precipitoso egli si scaglia attraverso i boschi, attraverso la campagna; e fugge mettendo lai e ululati. — Ahi, me misero! misero! —
     Ma per tutto l’ampio mondo lo perseguita il latrar dell’inferno, di giorno giú per le caverne della terra, a mezzanotte su in alto per l’aria.

La faccia di lui sovrasta perpetuamente alle spalle, ond’egli abbia perpetuamente la veduta de’ mostri che lo inseguono. E per quanto rapida la fuga lo strascini innanzi, incitato dagli urli dello spirito cattivo, gli bisogna mirare perpetuamente il digrignar dei denti e lo spalancarsi delle fauci ringhiose che gli stanno sopra per azzannarlo.

Tale è la caccia della ciurma feroce; e dura e durerá fino al dí del giudizio. Spesso nella notte ella passa innanzi al vagabondo a spaventarlo e inorridirlo. E testimonianza ne potrebbe far tuttavia la lingua d’assai cacciatori, se per altre ragioni non convenisse a loro il silenzio1.


La favola di questo romanzo è tratta da una tradizione popolare in Germania; però è un soggetto bello ed opportuno per un poeta tedesco. Ivi il popolo la crede vera; e da questa opinione acquistandosi fede il poeta, ha potuto a suo talento far piangere e tremar di terrore i suoi lettori. I costumi, ch’egli ha dipinti, sono o costumi de’ suoi tempi, o costumi moderni e notissimi al popolo: quindi sempre maggiore l’interesse, e sempre piú aumentata la fede.

Ma noi, lettori italiani, non abbiamo come i tedeschi quella tradizione. E, a volere reputar vera o verisimile la catastrofe del Cacciatore feroce, ci bisognerebbe uno sforzo d’immaginosa superstizione. Ora, che che ne dicano gli stranieri, siamo, noi italiani, dotati di tanta superstizione? La religione nostra ben ci farebbe tenere come racconto verisimile che Dio avesse castigata severamente la ferocia del cacciatore. Ma il castigo strano

  1. Le ragioni sono, che a nessuno il quale abbia veduto il portento è lecito rilevarne le particolaritá. Cosí comandando, la tradizione superstiziosa ha provveduto ella stessa alla propria durata (Nota del traduttore).