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estetiche siccome leggi del codice di Giustiniano. E non vi fu pur uno che domandasse al proprio ingegno:—Questo medesimo Aristotile, risuscitando ora, continuerebbe cosí, o piuttosto non iscriverebbe egli per le nazioni moderne tutt’altra poetica?—.

Assuefattisi nelle scuole i poeti a compiacersi nelle erudizioni, e a derivare le loro immagini piú dalla lettura de’ libri che dall’esame della vita e de’ costumi de’ loro contemporanei, ecco riescire piú e piú sempre oscuri i loro componimenti all’universale de’ lettori, ecco il bisogno d’illustrarli di lunghe note, mettendo a profitto una mezza biblioteca, ed ecco nuove occasioni predilette di sfoggiare erudizione: intendimento che non ebbero mai i poeti greci, perché, mirando allo scopo massimo dell’arte, cantavano cose note al popolo, e volevano esser poeti e non altro.

III

Noi abbiamo in Italia storie della nostra letteratura quante ne vogliamo. Il Crescimbeni, il Quadrio, il Fontanini ed altri ci furono prodighi di notizie biografiche e bibliografiche intorno ai sommi, ai mediocri, agli infimi scrittori italiani, sicché non vi ha curiositá che vinca la lor profusione. Ma se pei padri nostri potevano bastare quelle congerie di notizie pressoché nude d’ogni filosofia, non bastano ora piú per noi: da che i progressi dello spirito umano non ci permettono piú di regalare la nostra attenzione alla sola pazientissima flemma d’un raccoglitor di memorie; e studi piú importanti hanno svegliato ora in noi una tendenza filosofica, costantemente operosa, la quale ci fa vogliosi di conoscere, piú che le cose, le cagioni di esse. Non vuolsi per altro far troppo delitto a’ padri nostri della facile loro contentatura. La colpa era non di essi ma de’ tempi, diversi assai, come giá dicemmo, per mille ragioni politiche da’ presenti, nella stessa guisa che diversi da’ presenti saranno i futuri per quella necessitá di moto che agita perpetuamente il mondo morale.

Il Muratori qualche poca volta sollevossi ad una sfera d’idee superiore a quella de’ suoi contemporanei italiani, e lasciò qui