Pagina:Bernardino da Siena - Novellette ed esempi morali, Carabba, 1916.djvu/32

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20 apologhi e novellette

fecene scendere ’l fanciulletto, e vanno a piei dietro ognuno, dicendo: Arri là! E poco andaro oltre, e un altro dice: “Doh! guarda che pazzia è questa di costoro, che hanno l’asino e vanno a piei in un tanto fango!” Avendo veduto questo santo padre che in niuno modo si poteva vivare, che la gente non mormori, disse al monachetto: “Oltre; torniamo a casa.” E essendo alla cella, disse il santo padre: “Vien qua, figliuol mio; hai tu posto mente a la novella dell’asino?” Dice il monachetto: “O’ di che?” “O’ non hai tu veduto, che in ogni modo che noi siamo andati, ci è stato detto male? Se io andai a cavallo e tu a piei, elli ne fu detto male, e che, perché tu eri fanciullo, io vi dovevo pònare te. Io ne scesi e posivi te, e un altro ne disse anco male, essendo su tu, dicendo, che io ch’ero vecchio vi dovevo salire, e tu che eri giovano, andare a piei. Anco vi salimo poi amenduni, e tu sai che anco ne dissero male, e che noi savamo crudeli dello asinello per lo troppo carico. Anco poi ne scendemmo ognuno, e sai che anco ne fu detto male, che la nostra era pazzia andare a piei e avere l’asino. E però, figliolo mio, impara questo che io ti dirò: Sappi che chi sta nel mondo facendo quanto bene egli può fare, e ingegnisi di farne quanto a lui è possibile, non si può fare che non sia detto mal di lui. E però, figliol mio, fatti beffe di lui e nol curare, e non avere voglia di èssare con lui, ché in ogni modo che con lui si sta, sempre si perde, e da lui non esce se non peccato; e però fatti beffe di lui, e fa’ sempre bene, e lassa dire chi vuol dire, o male o bene che e’ dicano.