Pagina:Bettinelli - Opere edite e inedite, Tomo 12, 1800.djvu/10

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6 Lettere

obblivione e in silenzio per una parte le varie scritture dettate dalla passione, e per altra di comprovare l’utilità delle mie critiche in prò de’ giovin guariti per esse da molte superstizioni.

Che se divennero alcuni tra noi verseggiatori francesi o tedeschi o inglesi in luogo di que' danteschi e petrarcheschi, bembeschi viziosi, cadendo nell’altro estremo, come sin dai tempi d’Orazio s’usava, ciò veramente non deve a mia colpa recarsi, nè per l’autorità mia, che sempre pochissima fu, nè per avere io mai per bocca di Virgilio pure rammentati gli Ossian e i Pope, gli Akensidi, gl’Young e gli Arvei, o i Klopstoch, i Zaccaria, i Gesner, i Ghellert, mostrando egli anzi in più luoghi non grande amore per le poesie de’ galli, non che de’ britanni, allor che grandissimo ci l’avea per Dante e per Petrarca eziandio censurandoli. Non era ancor venuta la moda del poetare straniero tra noi a tal segno allor ch’egli dettavami quelle lettere, nè l’avrei fatto io parlar mai de’ nostri padri diversamente da me medesimo, che già molt’