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Inglesi. | 235 |
quegli affettatissimi imitatori, e concludea che infelici doveano essere que’quadri, i quali non sono altro che copie di copie, e mi disse a un dipresso tutto quello che legger potete nella sua lettera al Barone nel tomo j. delle sue operi;, e massimamente quel passo, che qui vi metto dinanzi (a), mi citò pure, e diede i passi del Conti e del Maffei {b) e del Gravina ( c), che paiono tutti aver dato al nuovo Virgilio i pensieri, e quasi ancor le parole della lettera sesta (¿)» E quanto agl’imitatori del settecento soggiunse, che hanno ottimamente fatto i ristoratori ultimi del buon gusto a venir tergendo ai fonti del 1500. la tintura e i vizj del seicenro, essendo questo come una purga necessaria dopo una gran malattia; ma quando si son ricuperate le forze dopo la purga si dovea poi mangiare buon cibo, e seguir l’apCO Vedi la nota numero 4. in piè della lettera.
Cb) Num. 5.
CO Nura. 6.
Cd ) Nota citata num- 1.