Pagina:Bettinelli - Opere edite e inedite, Tomo 12, 1800.djvu/263

Da Wikisource.

Inglesi. 259

INCIESI,2^p servire ad uso d’una nazione presente e dì scuola e diletto a tutti in parità d’un greco e di un latino, che non sono più che pei letterati e studiosi dell’antichità e delle lingue morte, non è questo un gioco? Io avrei potuto strozzare il frate convincendolo dailg^ sue stesse parole, che dunque le lettere di Virgilio erano concludenti, perchè provavano appunto questo solo, che Dante non era per tutti, che è libro pei dotti, che è oscuro, antiquato, disusato, e che in fine non è da dare ai giovani così alla cieca. Pur mi ritenni per non uscir dai limiti. Ma vedete intanto la malizia o la sciocchezza di questi difensori di Dante, che feriscono l’autor delle lettere, come se egli attribuisse a colpa di Dante di parlar la lingua del suo tempo, e volesse obbligar Dante a parlar la nostra, e criticasse lui e la sua ignoranza e la sua rozzezza; mentre al contrario e sì espressamente lo chiama tante volte uomo di sommo ingegno, di grand’anima, di sapere va>stissimo, e attribuisce i difetti a colpa dii suo itmpo, al secolo d’oscurità ec. e in firt per massica e scopo generale delle lettere