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di Virgilio e Inglesi 51

proprio una cosa infernale. Che dirò poi delle varie lingue in che parla? Rafel maì amech zabi almi - Vexilla Regis prodeunt inferni.

     Di verno la Danoia in Austericch
Com’era quivi, che se Tabernicch
     Vi fosse su caduto, o Pietrapana,
     Non avria pur dall’orlo fatto cricch.

E così fa versi in lingue particolari di lombardia, e d’altre genti, che non pensarono mai dover entrare in un poema se non burlesco. Nè queste bizzarrie già condanno come il vizio peggior del poema. Condanno l’esser questo presso a poco di un gusto, e parlar barbaro, e duro perpetuamente, benchè le parole non sian sempre sì barbare. I glossatori trovano almeno i più be’ misteri del mondo e le più vaghe novelle che fosser mai dentro a que’ strani linguaggi. Leggete, vi prego, i grossi trattati, che han fatto ne’ loro gran tomi su questi passi divini il Vellutello, il Landino, Benvenuto da Imola, il Daniello, il Mazzoni, e tant’altri; e qual battaglie non attaccarono anche i moderni? Ma quando poi giungono al