Pagina:Bettinelli - Opere edite e inedite, Tomo 4, 1799.djvu/152

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non è per noi, che non ha modelli nella na« tura, che par popolato di Sfingi, di Gorgoni, di Centauri, e che, a dir tutto, non arricchisce l’arti del pennello, e dello scalpello con immagini, e ritrovati acconci alla imitazione, come furono quelli d’Omero!

sicché chi facesse un’ accademia miltonian* avrebbe de’ quadri, e de’ simolacri forse si stravaganti, e deformi, come lo sono i cinesi, gli egiziani, e gl’indiani. Potrebbe farsi un attento confronto da un intelligente delle lingue francese, e italiana, e del gusto più dilicato del teatro tra la Merope del marchese Maffei, e quella del signor di Voltaire sua rivale, E forse vero, che la francese è più ingegnosa, più vivace, più intrecciata, più nobile, e se si volesse, anche ricca di più bellezze, e con meno difetti. Dopo ciò bisognerebbe nulladimeno preferire l’italiana, perchè è tutta in quel carattere vero, patetico, passionato, ma naturale, ed umano, che inonda l’anima senza distrazione dell’ entusiasmo più delizioso sì nello stile inimitabile, e tutto adattato alla cosa, si per la semplicità della condotta, e verità de’caratte-