Pagina:Bettinelli - Opere edite e inedite, Tomo 4, 1799.djvu/215

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Classi. 211

guale; benché ne’suoi trasporti produce spes* so bellezze e maraviglie, che non si trovan nell’ altro.

Or gli uni e gii altri di questi talenti dipingon se stessi. I primi con fulmini, e stragi, e disperazioni, e stupori, che hanno sempre alla penna, e al penello; talor però stancano se, e gli altri troppo seguendo; gli altri spandono, dove passano, una celeste fragranza: Ambrositcque coma divimnt spiravere odorem, una luce gentile, e graziosi veston colori, roseaque in luce refulsit; questa Dea par l’anima di Virgilio. Tal’è madonna Laura il ritratto deli’anima del Petrarca. Niente di basso è dove muove, tutto fiorisce, ed allegrasi donde passa; lascia l’aura infiammata partendo, e trae seco chi degno è di seguirla in estasi beatissima.

Questo è un loro segreto incanto, che non sazia mai, che va al cuor poco a poco, che fa tornare, e trovar sempre nuovo piacere.

Sembra questo carattere proprio delle poisie, delle pitture, e delle statue de’ greci, e degl’ italiani. Rafaello, e Virgilio hanno perciò quel rarissimo dono di non esser giammai \