Pagina:Bettinelli - Opere edite e inedite, Tomo 4, 1799.djvu/325

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Note. 321

Le strisce sue disperdere D’ ogni bellezza vuote!

li ratto dovria cedere All’ arco delle gote, Siccome appunto suole Ceder la Luna al Sole.

„ Lascio andare, che il posporre le bellezze „ celesti a quelle di una fanciulla è sempre „ una iperbole trascendente, quando non vi „ si aggiunga un qualche Jenitivo. Ma si „ può dare pensier più stravolto, immagi„ ne più bestiale di questa ? Desiderar di „ prender le guance di mille fanciulle, di ri„ piegarle come tanti cartocci, e di sospen„ derle in filza sotto 1’ arco celeste ?

Avi, dura terra, perchè non ti apristi ?

„ E ciò quanto a Gleim. Ho poi letta 1’ , j ode in prosa di Richey sopra il ritorno di „ Carlo XII. da Baviera a Stralsund. A cer« ti tratti sembra leggere uno squarcio di „ poesia orientale, o un salmo, a certi al„ tri uno squarcio di orazion di Thomas. <c O rischiarato Settentrione, tu miravi ancora verso l* Oriente, allorché il tuo sole trovavasi già sulle frontiere della Pomerania, „ Qui Tomo IV. X ap-