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Mille. 159

della

sede romana. Qualunque sia l’opinione degli uomini sopra quell’epoca tanto agitata, certo egli e, che molto dovea giovare all’esercizio degli ingegni e degli studi pacifici un potente signore italiano, o almen dominante e presente all’Italia, pacifico di professione e di stato, con leggi fisse e sagge, anzi sacre, esercitato in istudj per istituto, circondato da ministri e prelati


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  1. E’ a ricordar sempre l’ossequio degli uomini tutti verso il capo della religione, e molto più degl’italiani verso i papi. Sino dal 731. ebbero, dice il Catalani, un’autorità temporale in Roma, almeno nella città Leonina fabbricata e cinta da loro tra gli anni 820. e 840. dicendosi il papa capo della santa repubblica, come dicevasi la santa romana chiesa e repubblica. Onde sin dai tempi di Gregorio II. 731. i popoli italiani separaronsi dall’imperio mientale, e si elesser sovrani. Quindi fu grandissimo P influsso de’ papi in tutti gli studi al principio, tutti avuti in conto di sacri e proprj sol del clero, cherico appellandosi ogni studioso, insegnandosi nelle chiese, ne’ monasteri, in Inoghi sacri soltanto, ov’erano le biblioteche, e i maestri vescovi, canonici, monaci, preti, e quindi le università fiuon sì dipendenti dai papi.