Pagina:Bettini - Guida di Castiglione dei Pepoli, Prato, Vestri, 1909.djvu/107

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stizia, amministrò e governò equamente, introdusse utili riforme, e compatibilmente ai diritti conferitigli dall’alto officio, rispettò le vecchie forme repubblicane.

Per sostenere i diritti e le libertà cittadine ebbe il Pepoli coi suoi a sopportare i danni gravissimi — a quei tempi, specialmente per lo Studio celeberrimo di Bologna — di due interdetti e, colla equanimità, coll’accorta e sagace politica riuscì a vincer tutto, a venire a pace definitiva, il 21 Agosto 1340. — Pontefice Clemente V senza deteriorare in nulla le condizioni della nativa città.

Ebbe Lugo per conquista: Baragazza e Bruscolo (nov. 1340) per cessione dai Fiorentini in compenso per l’aiuto prestato da lui, nella cacciata degli Ubaldini e dei Frescobaldi, e, consenziente lui, una parte del territorio di Mangona che apparteneva agli Alberti di Mangona, fu comprata da suoi figli Giacomo e Giovanni (28 Gennaio 1446). Ebbe la terra d’Imeldola dal C. di Romagna (1340) in retaggio. — Così allargavasi il territorio di Bologna.

Fu Taddeo, politico saggio ed avveduto, e seppe far valere, anche di più di quel che doveasi, la sua non estesa signoria, nel cozzo degli interessi de’ vari stati italiani. Fu alleato dei Visconti, strinse lega con altri, cogli Scaligeri, cogli Estensi, ma le sue più grate relazioni furon con la Repubblica Fiorentina, che aiutò di uomini, di consiglio e di danaro.

Fu principe grande e splendido; amato dai sudditi per la bontà dell’animo, e perchè sapientemente e paternamente nelle difficoltà annonarie provvide: favorì