Pagina:Bettini - Guida di Castiglione dei Pepoli, Prato, Vestri, 1909.djvu/115

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che infestano la montagna bolognese; sconfigge, a più riprese i papali; tien fronte ai Corsi mercenarï, ma, finalmente, stanco della lotta impari e per le esortazioni dei parenti, e specialmente del Conte Giovanni che pel suo valore l’amava assai, accetta dal terribile Sisto V la relegazione negli Stati Estensi e viene amorevolmente accolto dal duca Alfonso.



Gli scherani, perduto Aloisio, si sbandano: non pochi, presi, vengono condannati al supplizio.

Il degno Acàte d’Aloisio era Grazzino di Scanello1, famosissimo bandito. Vien costui preso a tradimento, da un Prediera, in quel di Sparvo: assisicurato poi nelle cupe, paurose carceri di Castiglione2.

Le Autorità pontificie vogliano sia loro consegnato Grazzino: il Conte Giovanni, capo della famiglia dei Dinasti, forte de’ suoi diritti vuol far da sè, nel territorio suo, giustizia del micidiale3.



  1. Una volta, per ordine d’Aloisio, Grazzino entra in Castiglione; prende il Governatore Giov. Andrea Campi da Sarzana e sulla pubblica strada, gli fa egli stesso, colle forbici, il maggiore sfregio, che possa farsi ad un uomo. Pompeo Molmenti «I Banditi della Repubblica Veneta». Bemporad, Firenze, 1898.
  2. Gozzadini C. Giovanni. Giovanni Pepoli e Sisto V. Bologna, Tip. Zanichelli, 1879.
  3. Grazzino, dopo aver tentato inutilmente di farsi cappuccino fu ucciso nel Genovesato, per ordine dei Malvezzi ai 23 Agosto 1586. Batistino del Totè cadde per mano di un C. Cesare Menzoni, al Vergato.