Pagina:Bettini - La stazione estiva di Montepiano, Firenze, Minorenni corrigendi, 1897.djvu/25

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e sino a noi, è corso per Vernio e per la vallata un periodo di quiete operosa e di progresso continuo, del quale si poterono avvantaggiare l’agricoltura e l’industria manifatturiera.

§ 4. — I Conti Bardi

Qui si affaccia spontaneamente il pensiero: Fu buono e vantaggioso a Vernio il governo feudale dei Conti Bardi?

La risposta che possiamo dare è in massima negativa.

Il Conte Ferdinando Bardi-Serzelli in un suo bel lavoro sul feudo di Vernio, edito da non gran tempo, difende i propri antenati come può, specialmente per quel che riguarda i fatti che chiusero il tempo del regime feudale e il passaggio di Vernio a Francia e poi a Toscana.

I Conti, scrive il Fedeli, sempre arditi e coraggiosi, furono spesso feroci, malvagi e dissoluti.

Così, per tacer d’altri, Sozzo figlio di Piero, che avea tanto combattuto per cacciare Jacopo Gabrielli d’Agobbio, fattosi tiranno di Firenze, e tanto contribuito alla cacciata di Gualtieri duca d’Atene, fu condannato alla pena del fuoco dalla Repubblica, per aver protetto falsi monetari. Eppure era un prode e difese arditamente i varchi dell’Appennino quando l’ambizione di Giovanni Visconti cercò di soggiogare Firenze.

Così Jacopo figlio di Sozzo fu nel 1489 evirato per opera di Tommaso de’ Bardi con la partecipazione d’altri parenti di lui. E questi si bruttò anche d’altre violenze e d’altri delitti.

Giovan Francesco di Jacopo fu dagli Otto di Guardia, con sentenza del 22 Giugno 1517, confinato a Livorno