Pagina:Bettini - La stazione estiva di Montepiano, Firenze, Minorenni corrigendi, 1897.djvu/80

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Non il breve marmo che è pure qualcosa, ma il sentimento d’ammirazione, l’entusiasmo unanime sono il giusto compenso a chi, con mezzi pecuniari e materiali, scarsissimi, seppe poggiare tant’alto.

§ 15. — La Badia

Ai Romani ed ai barbari non potè essere sconosciuto il colle di Montepiano, uno dei più depressi dei nostri Appennini. Nella storia, però, il nome di questi luoghi non risale che alla vita leggendaria di B. Pietro e ai portenti che si narran di lui. Egli dovette essere di vita tanto retta ed integra da parer miracolo alle genti, ed i contemporanei ed i posteri, non opponendosi l’autorità della Chiesa, l’hanno levato all’onor degli altari, cingendo la fronte dell’uomo umilissimo d’un’aureola di gloria.

Alcuni vogliano che B. Pietro, essendo scritto nel fronte dell’altar maggiore «Beato Pietro fondatori» fosse abate di detto Monastero, ma è probabile, secondo la tradizione, che egli fosse eremita e di nobil famiglia, ritiratosi dal mondo a piangere ed espiare le colpe proprie, o le altrui, in quei tempi nei quali tutto era estremo: eroismo e viltà immensa, santità fino all’esaltazione, vizi svergognatamente ostentati.

Non era giunto ancora il tempo cui assistiamo noi:

«Ma noi vediam, quel che tu non vedesti,
  Seder lieti al convito della gente
  Meretrici pudiche e ladri onesti».
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  1. Fucini, per l’inaugurazione del monumento a Giusti.