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agli uomini, se Teocrito non mi fa smentire, là dove introducendo egli pastori, e capraj, con questi sentimenti, secondo egli esprime Anton Maria Salvini, fa parlare Licida:1

E io in quel dì d’aneti, o pur di rose,
O di bianche viole una ghirlanda
Tenendo in capo ec.

E ’l dolcissimo Anacreonte in più luoghi, fra gli altri nell’Oda 42, canta per traduzione del Rolli:

Bramo è ver, Bromio scherzoso,
De’ tuoi balli l’allegria,
E destando al suon la lira
Fra galanti giovinetti
Bever godo in compagnia.
Ma di star le tempia cinte
Con bei serti di giacinto,
Folleggiando tra vezzose
Amorose donzellette,
Nulla v’è che più m’allette.

Come che discorrendo io seco voi delle Donne soltanto, non dovessi degli uomini far parola, pur recata mi sono a portarvi i suaccennati passi, affinchè veggiate, che le Donne, se divote sono d’imitare gli uomini, ebbero, ed hanno compagnia, onde poter essere prosciolte da quella taccia, che a torto bene spesso loro si attribuisce. Ma questo sia per non detto, avvegnachè se l’imitazione vicendevole non fosse tra l’uno e l’altro sesso, guai a’ poveri mer-


catan-

  1. Idillio VII.