Pagina:Bianchi-Giovini - Biografia di Frà Paolo Sarpi, vol.1, Zurigo, 1846.djvu/23

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capo i. 15

non v’è difficoltà: Iddio creò, lo Spirito di Dio si movea sono espressioni chiarissime persino agl’increduli. L’imbroglio sta nel Figliuolo che non si lascia scorgere; ma poichè la Santissima Trinità è indivisibile, e le tre stanno in una e l’una comprende le tre, è ragione lampante che dove c’è il Padre e lo Spirito Santo debba esservi anco il Figliuolo. Ma se l’argomentazione può passare co’ teologi, non ha lo stesso valore coi filosofi e meno ancora coi rabbini.

I popoli primitivi riponendo ogni virtù o diritto nella forza, non capaci a sollevarsi alle cause razionali dei fenomeni della natura, e giudicandone solo dagli effetti onnipotenti e terribili, era congruo che non potessero concepire altra idea dell’Ente occulto, autore di que’ fenomeni, fuor quella della forza: così tra gli Orientali Elah significa del paro Dio e la Forza; e in altre lingue e fra altri popoli Dio e Forza sono egualmente sinonimi, o a dir meglio un’una e medesima cosa. Osservano dunque i filosofi che nel testo citato, Dio è espresso in ebraico colla formola plurale Elohim, le forze, od una potestà che si compone di loro. E quella formola può significare l’Ente Creatore, ma, e forse meglio, una causa seconda: molto più che l’originale non dice Elohim creò dal nulla, ma Elohim fece da qualche cosa, lasciando presupporre la esistenza anteriore della materia. La frase Spirito di Dio (Rovah Elohim) con quel che segue può tradursi più letteralmente un vento fortissimo agitava le acque, od anche il soffio di Dio, ovvero il soffio della Forza produttrice fecondava le acque. I Rabbini poi affatto si di-