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CAPO DECIMOSETTIMO.
(1607). Resta ora nei lettori la curiosità di conoscere quali fossero gli assassini, e da qual mano guidati: trattazione che ho voluto riservare a questo capo, avendo io potuto intorno a questo particolare raccogliere notizie sconosciute agli altri che scrissero di Frà Paolo.
I sicari furono: Ridolfo Poma veneziano;
Alessandro Parasio anconitano, già da due anni bandito dalla sua patria per avere assassinato lo zio, e partecipato ad altri misfatti; e ritiratosi a Venezia, in casa di certi mercanti Gottardi parenti suoi e del Poma, ivi insegnava di scherma nella quale molto valeva: aveva anco fama di essere spia salariata dell’inquisitore di Roma;
Michiel Viti prete bergamasco dimorante a Venezia, solito a ufficiare nella chiesa di Santa Trinità: aveva incontrata qualche intrinsechezza con Frate Fulgenzio, cui andava spesso a visitare nel convento sotto colore di farsi instruire di casi di coscienza e di altri punti di teologia e di religione;
Pasquale da Bitonto, parente anch’esso del Poma, e Giovanni da Firenze banditi da varii luoghi, e soldati in una compagnia al servizio della Repubblica;
Ettore di Ancona nipote del Parrasio, del quale, quantunque non parli il bando del Consiglio dei