Pagina:Bianchi-Giovini - Biografia di Frà Paolo Sarpi, vol.2, Zurigo, 1847.djvu/107

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capo xx. 99

nata al servizio ed utilità della Chiesa fu destinata a pascer l’ozio di cortegiani e data col solo obbligo di leggere ogni giorno poche pagine del Breviario.

Posta adunque la distinzione fra beneficii compatibili ed incompatibili, fu stabilita anco la massima che il papa aveva facoltà di concederne più di due se tanti non bastavano per vivere; la quale bastanza, dice Frà Paolo, «è da canonisti tagliata molto larga, perchè ne’ semplici preti dicono che comprenda il vivere non solo del beneficiato, ma della sua famiglia, de’ parenti, e per tre servitori ed un cavallo ed anco per ricever forestieri. Ma quando il beneficiato fosse nobile o letterato, oltra questo, tanto più che si uguagliasse alla sua nobiltà. Per un vescovo poi è meraviglia quello che dicono; e de’ cardinali basti il detto comune della Corte: Aequiparantur regibus».

Nel 1227 Gregorio IX promulgò il suo libro delle Decretali, fondamento della monarchia romana, e codice principale per regolare la materia de’ beneficii. Circa 80 anni innanzi, Graziano aveva pubblicato il suo Decreto, in cui raccolse ed ordinò tutte le autorità vere o false, integre o mutilate, su cui possono fondare le pretensioni de’ cherici; e quantunque quel libro fosse favorevolissimo alla Corte fu trovato da Gregorio troppo tenue; e sempre crescendo la ingordigia de’ preti, la stessa sorte ebbero le sue Decretali, a cui nel 1298 Bonifacio VIII aggiunse il libro VI, detto semplicemente il Sesto, poi Clemente V lo accrebbe delle Clementine, e Giovanni XXII delle Estravaganti, sempre peggiorando le enormità: e questi libri colle voluminose Glosse