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capo xx. 103

anni, ma è un triennio tanto lungo che non è finito ancora.

Ma perchè molti beneficii, per essere uniti a monasteri o luoghi pii, giammai non vacavano, la Curia per non perdere i suoi guadagni introdusse l’uso che pagassero l’annata ogni quindici anni: ciò che fu detto il quindennio.

Tutte queste invenzioni tornavano ad immenso profitto della Dateria; e talvolta la collazione di un sol beneficio fruttava i guadagni di cinque o sei bolle, di cinque o sei dispense e di cinque o sei annate: perchè volendo per esempio taluno rassegnare il suo beneficio a un fanciullo suo bastardo, era necessaria la dispensa per la rassegnazione, la dispensa per la età del ragazzo, e la dispensa per la sua nascita illegittima, il quale inoltre pagava l’annata. Il papa conferiva un beneficio ad un tale a patto che dovesse rinunciare quello che teneva; e questo secondo beneficio lo dava ad un altro, cui rimoveva da quello che occupava, e così via via per tre o quattro: per ognuno vi voleva una bolla, per alcuno occorreva anco una dispensa, tutti poi sborsavano l’annata. Nasceva eziandio confusione sui titoli e sui possessi, e non di rado nascevano conflitti tra la Curia e il collatore ordinario; quella avendo proposto uno e questo un altro: e la decisione bisognava portarla in Roma. In tali circostanze la Curia soleva nominare alcuna volta un terzo beneficiato ad interim fino a contrasto finito, il quale nondimeno pagava le bolle, le dispense e le annate. Ad imbrogliare viepiù la materia giovava lo stile tortuoso e doppio della Curia che colle formole per