Pagina:Bianchi-Giovini - Biografia di Frà Paolo Sarpi, vol.2, Zurigo, 1847.djvu/112

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104 capo xx.

concessum, per fiat, motu proprio, anteferri ed altre dava più o meno vigore alle bolle, e più bolle erano impetrate e concesse sopra lo stesso beneficio, e tutti poi litigavano, e la Corte aveva trovato il modo di rendere interminabili le liti facendole passare per successione. Insomma era quella una voragine senza fondo che con mille frodolenti artifizi si ingoiava i tesori dell’universo.

Non perciò tante usurpazioni passavano inosservate, perocchè quando i principi, e quando i magistrati, e quando i vescovi, e talvolta anco i popoli, angariati e scontenti di tante piraterie, si sollevarono colla voce e cogli atti; ma la Curia, simile ad ingorda fiumana, frenata da un canto prorompeva dall’altro: cessava un’istante, poi a miglior congiuntura insorgeva più vigorosa di prima. I disordini salirono al colmo nei 50 anni che durò la scisma di Occidente, perchè ciascuno dei papi sottilizzava nelle invenzioni sia per procacciar denari sia per satollare l’avarizia dei propri aderenti. Tre papi vi furono allora, Giovanni XXIII che era stato corsaro, Gregorio XII e Benedetto XIII, e il concilio di Costanza nel 1417 obbligò il primo a rinunciare e depose i due altri, ed elesse Martino V. Tutto il mondo desiderava eziandio una radicale emenda alla materia beneficiale; ma i Padri, stanchi dei passati tumulti e della lunga assenza, intimarono altro concilio in Pavia da tenersi cinque anni dopo: il quale appena cominciato fu trasferito in Siena e spedito con gran celerità. Nel 1431 fu aperto il concilio di Basilea, che imprese arditamente a risecare le aspettative, le annate e le altre