Pagina:Bianchi-Giovini - Biografia di Frà Paolo Sarpi, vol.2, Zurigo, 1847.djvu/229

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capo xxiv. 221

suo ardore; non perciò passò mai tempo in cui le avesse al tutto intermesse. Anzi le riprese da poi, e sempre più meditando sulla nuova via spaziata dal Viète, aveva scritto, e sembra che fosse omai alla sua perfezione nel 1615, un trattato della Ricognizione delle Equazioni che per testimonianza di Alessandro Anderson era avidamente atteso dal pubblico. E qui giovi dire che lo stesso Anderson e Giacomo Aleaume, matematici insigni di quel tempo, mandavano prima di darle a luce, le loro opere al Consultore per udirne il giudizio.

Nel 1617 si era occupato di osservazioni intorno al barometro e sopra il calcolo del moto che fa una palla cacciata dal cannone. Scrisse ancora, non sappiamo in qual tempo, un trattato sul Moto delle acque dove aveva preso a spiegare il fenomeno del flusso e riflusso del mare. Le aride notizie che abbiamo su questi oggetti non ci permettono d’indagare quali fossero le sue opinioni e fino a qual segno arrivasse colle scoperte. Da Frà Fulgenzio sappiamo solamente in confuso che Frà Paolo fu autore di una ipotesi che spiegava per un moto unico il sistema dell’universo, il che verrebbe a coincidere colla ipotesi copernicana; che fu autore di macchine ingegnosissime, eziandio militari, e di strumenti; che i più riputati meccanici non isdegnavano di consultarlo sui loro lavori; che l’invenzione del pulsiligio, o istrumento da misurare le battute dei polsi; attribuita al Sartorio sia invece del Sarpi; e che ai lumi e consigli di lui fosse lo stesso Sartorio debitore d’avere ritrovato le leggi della sua statica. Narra eziandio