Pagina:Bianchi-Giovini - Biografia di Frà Paolo Sarpi, vol.2, Zurigo, 1847.djvu/266

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258 capo xxvii.


Pare nondimeno che in quell’anno medesimo (1608) se ne occupasse, stantechè scrivendo a Gerolamo Groslot, Signore dell’Isle, a 22 luglio, diceva: «Ho veduto ancora la revisione del Concilio e il bureau e gli atti: se vi fosse altra scrittura che trattasse di tal materia mi sarebbe grata, perchè io ne ho scritto qualche cosa di più, raccolto da altre memorie che ho potuto ritrovare in queste parti». Questa cosa ch’egli aveva scritto non poteva essere che qualche analisi, specialmente dell’ultima convocazione, perocchè delle due anteriori egli stesso aveva pochi mesi innanzi confessato di possieder poca materia, nè pare verosimile che in così breve tempo avesse potuto addoviziarsi. Io non so se sia di questo medesimo lavoro che intende, scrivendo all’ambasciatore veneto a Parigi Antonio Foscarini, in data del 9 giugno 1609: «Mi ha fatto favore a servirsi del libro sopra il Concilio, essendo questa, materia della quale potrebbe nascer occasione che si parlasse». E al prefato Groslot in una del 13 ottobre dell’anno istesso parla della raccolta di memorie che da lui fu ridotta ad aumento grande; ma che per certi rispetti teneva appresso di sè. Indi aggiunge che non potendo star ozioso era disceso sino alle formali parole, viene a dire a stilizzarla. E in altra del 3 febbraio 1610 torna a ripetere che quelle memorie sono tanto particolarizzate che sono giunte a 100 fogli; che pensava di mandargliele, ma che ne fu impedito da alcune contrarietà. Potrebbe essere che al Foscarini parli di un libro che doveva essergli mandato di Francia, e che l’ambasciatore volle riserbare per suo