Pagina:Bianchi-Giovini - Biografia di Frà Paolo Sarpi, vol.2, Zurigo, 1847.djvu/279

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capo xxvii. 271

sta, ricca la memoria di quanto possono insegnare i libri e la pratica, uomo di Stato, politico, erudito, filosofo, aveva tutte le qualità necessarie per scrivere una storia di così complicato genere come è quella del concilio di Trento. Ond’è che muteranno forse coi secoli le opinioni, ma finchè gli uomini avranno gusto per ciò che è bello e profondo, sempre sarà tenuta in pregio l’opera di Frà Paolo. Voglio però far osservare che l’ultimo libro non porta quel grado di finimento che si ravvisa negli altri sette, e sembra nemmanco terminato, accennandosi nel corpo di esso alcuni fatti che dovrebbono seguire e di cui non si trova indizio. Ignoro se lo stesso difetto esista nel codice autografo.

Ora mi resta a dire quali motivi possono avere indotto il Consultore a scrivere quell’Istoria. Dal momento in cui si trovò in opposizione diretta colla Curia romana, egli procede grado grado a stabilire un piano regolare di guerra. Prima fu di spuntare quelle armi spirituali che avevano per tanto tempo resi formidabili i pontefici: dopo l’interdetto, le scomuniche perdettero assai del loro prestigio. In pari tempo restituì alla potestà civile il diritto d’intervenire nella amministrazione dei così detti beni ecclesiastici, e di dare il suo assenso alle fondazioni pie, e di assoggettare alle comuni leggi le persone della Chiesa. Fu un passo importantissimo su quello che chiamavano privilegi ed immunità ecclesiastiche.

L’Inquisizione dava alla corte di Roma una autorità per così dire assoluta in tutti quei paesi dove aveva potuto stabilirla; e i frati col mezzo della con-