Pagina:Bianchi-Giovini - Biografia di Frà Paolo Sarpi, vol.2, Zurigo, 1847.djvu/91

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capo xx. 83

esaminava la materia più maturamente e la sviluppava, corredandola dei fatti necessari e con ragioni decisive. Nello stile nissuna eleganza: non proemi, non esorazioni, niente insomma ad ornamento o facondia; ma ordine, chiarezza e forza congiunta alla più severa economia di parole. Erudizione, quanto appena è necessaria; non questioni subalterne, non prove superflue; e così poco ricercato nella dicitura, che quantunque volte gli occorresse di esprimere la stessa cosa, lo faceva colle parole e frasi già usate: il che proveniva dall’arte di saper vestire nella sua mente il pensiero di que’ concetti che sono più acconci a presentarlo altrui nel suo miglior lume; e que’ concetti gli restavano talmente impressi che dovendo tornare sull’idea medesima, la produceva come già per innanzi. A lui pareva che la ricercatezza de’ vocaboli e le circonlocuzioni, che si usano a togliere le ripetizioni, se convengono a’ retori, male si addicono al filosofo che deve mirare non agli abbellimenti, ma alla sustanza.

Per quanto sieno brevi le sue scritture e lascino un campo vasto alle riflessioni del lettore, ch’egli ha l’artifizio di saper promovere, elle sono sufficienti e convincono. La sua logica è viva e stringente; e i suoi teoremi, fondati su fatti o principii che non ammettono eccezione, appariscono così chiari che si dimostrano da sè. Richiama tutti i punti storici che sono essenziali, fissa l’attenzione del lettore al principale della questione, e per conseguenze semplici lo trae a conclusioni così naturali e geometriche che non lasciano più luogo a dubbi. Ora i primi ordini del governo veneto, come il Collegio, il