Pagina:Bianchi-Giovini - Biografia di Frà Paolo Sarpi, vol.2, Zurigo, 1847.djvu/99

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capo xx. 91


Finchè Gesù Cristo visse, e’ praticò la più severa povertà; e l’amministrazione delle limosine, che egli e i suoi seguaci ricevevano dal fedeli, era commessa alle cure di Giuda. Gli apostoli per attender meglio alla predicazione, crearono i diaconi a cui fidarono particolarmente il carico delle cose temporali della Chiesa: tutto il contrario, dice Frà Paolo, di quanto vediamo fare a tempi nostri, quando al governo di queste attendono i principali prelati e l’insegnare la parola di Dio è lasciato a frati e agli infimi preti. Per più di quattro secoli i beni della Chiesa furono considerati beni de’ poveri; e i vescovi, preti e diaconi non ne erano che i tutori ed amministratori, e soltanto avevano diritto a ritrarre quanto fosse necessario al loro mantenimento. Ma verso il 470 fu introdotto nell’Occidente di farne quattro parti, e dove per lo innanzi i poveri erano i primi, secondo la nuova pratica furono collocati gli ultimi; perchè la prima parte era del vescovo, la seconda de’ preti e diaconi ed altri ministri, e la terza per la fabbrica della Chiesa che comprendeva eziandio la casa del vescovo e de’ cherici, e i ricoveri per le vedove e per gli infermi.

Erano tuttora ignote le distinzioni tra l’ordine e l’ufficio, e la residenza e non residenza: ciascuno che veniva ordinato prete incontrava l’obbligo di esercitare l’ufficio sacerdotale presso la chiesa che lo aveva ordinato; ma intorno al 600 per le guerre ed inondazioni dei Barbari molti preti o vescovi essendo scacciati dalle loro chiese, ricoveravano ad altre e per lo più alle principali quali erano quelle di Roma, di Ravenna e di Milano, dove coadiuva-