Pagina:Bini - Scritti editi e postumi.djvu/53

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to: Journal des Débats, ho capito; il Signore è del partito ministeriale; – non può essere a meno: chi ha dei fondi cosa deve fare? Cosa fareste voi, che non ne avete? – Come legge attento! Si vede bene, che vuole intendere. – E non è mica brutto il Signore! – colore bianco e rosso, carni fresche, un viso tondo, una testa tonda, un bell’occhio tondo: eh! ci si vede l’uomo, che se la gode, e lascia arruginirsi chi vuole; – nel suo giusto embonpoint; se non capite il Francese, andate a scuola; io lo capisco. – E quant’anni gli date? – Alto alto, a vederlo, io dico che passa la trentina; – come no? sentite, giù per lì dev’essere; sbaglio di rado in quanto a fisonomie. ― E il Signore non ha moglie? ― Chi ve l’ha detto? l’ha presa non è anche un anno, e di par suo; – e che buona dote! e che bella ragazzina, se voi l’aveste veduta! poteva bersi in un bicchier d’acqua. ― E le vuol bene? ― Così così, tra il freddo e il caldo; – badiamo veh! non la strapazza mica, non la bastona, che non aveste a crederlo voi altri, che misurate tutto sul vostro braccio; – non la cura troppo; – eh! il Signore ha un affare vecchio; non lo può lasciare; ha provato, ha riprovato, – è stato impossibile; – c’è una malia di mezzo.....

E intanto che le ciarle piovono a fiocchi come la neve, il Signore ha finito di leggere, e chiude non solo le finestre, ma le imposte pur anche.

Cappita! quel chiudere ancora le imposte m’è andata giù male. Se avesse chiuso le finestre soltanto, col vedere metà dai vetri, e metà coll’indovinare, faute de mieux, mi sarei contentato. È agra davvero, e bisogna esser curiosi per convenirne. Vedete voi, che stravaganze! Che il Signore faccia la siesta è nelle regole, lo vuole il bon ton, lo vuole il ben es-