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rosa commend. pietro |
principalissima cura affinchè gli oggetti d’arte non subissero danneggiamenti, o a lui fu dovuta la conservazione dei medesimi, nel mentre che ad un tempo combatteva con le armi sulle mura di Roma. —
Caduta però la Repubblica, e restauratosi il papale governo, separavasi il Rosa dalla famiglia Borghese, chè il Principe essendo di principi chiesastici non potevano quindi con quelli di lui conciliare. —
E pertanto tutti quelli che avevano prese le anni a difesa della Republica colpiti essendo dalla cosidetta Censura pontificia e trovandosi il Rosa nel numero di cotestoro stimò prudente cosa allontanarsi da Roma, ritirandosi in una vigna posta in sulla Via Appia poco lungi dalla basilica di s. Sebastiano. —
In questo deserto popolato dalle più sacre memorie degli antichi eroi, ebbe cominciamento la vita archeologica del Rosa, chè col metro alla mano e facendo nota di ogni cosa si diè a percorrere tutto il tratto della Via Appia fra Roma ed Albano rilevandone un’accurata pianta, guidato dalle auguste ombre dei Geta, dei Metelli, dei Camilli, degli Scipioni, dai quali sperava trattamento assai migliore di quello che poco cavallerescamente ricevuto avea dal pronipote di Paolo V. —
Ecco infatti in men che non si dica tutte le tombe degli antichi romani riprendere il loro posto ed il loro nome e presentarsi siccome un vero museo storico-archeologico siccome la più grande delle necropoli. —
Questi studi essendo stati di subito pubblicati negli annali dell’istituto di corrispondenza Archeologico Prussiano, che ne pone in chiaro la somma importanza, costrinsero il governo papale ad uscir fuori dell’abituale indifferentismo, e degli studi medesimi impossessandosi diede principio allo scoprimento di questa regina delle vie antiche, tenendo il Rosa lontano da qualunque direzione, mentre a lui era dovuta la faticosa ricerca, che a tali risultati condussero. —
A tal modo di procedere non ristette il giovane archeologo, che anzi con più forte lena e coraggio estese i suoi studi e le sue ricerche nella periferia del monte Albano, e primo fra tutti sottopose alle sue investigazioni l’Albano di Pompeo indi dei Cesari, grandissima e maestosa villa alla sinistra della via Appia, i di cui superbi avanzi fanno ognora palese quanta era la potenza e la ricchezza del suo signore. —
L’insieme tutto del palazzo, il grande peristilio, i portici, le ajc, le stalle, le abitazioni degli schiavi, gli orti, il pendio propriamente detto, e le altre cose tutte che formavano la delizia ed agiatezza della vita romana vennero dal Rosa mirabilmente riconosciute e distinte od insieme collegato da corrispon-