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Vita acquatica in generale e vita marina 9

d’acqua dolce muoiono se trasferiti in acqua marina. Ricercando, col Bert, la causa essenziale della morte nel fenomeno fisico dell’osmosi, la interpretazione si accorda coi dati forniti dall’esperienza.

La fisica insegna che, due soluzioni di concentrazione diversa, separate da una membrana permeabile all’acqua, ma non alla sostanza disciolta, tendono a mescolarsi, e si produce allora una corrente dalla soluzione pili concentrata alla meno concentrata, finchè la concentrazione è divenuta uniforme. Ora nel corpo degli Invertebrati marini la concentrazione dei liquidi interni del corpo è uguale a quella del mare che li circonda e, come in questo, è dovuta a sali minerali; vi sono commiste, è vero, altre sostanze, ma l’influenza loro si può trascurare. Nei mari poco salati, come il Baltico, contengono poco sale anche i liquidi organici dell’Invertebrato. Una tale concordanza delle due concentrazioni si verifica anche negli Squali e nei Pesci cartilaginei in genere, senonchè a mantenere la necessaria concentrazione non compariscono qui soltanto i sali minerali, ma anche prodotti d’altra natura, come l’urea; esempio istruttivo di uno stesso equilibrio fisiologico raggiunto con mezzi chimici differenti. In taluni Invertebrati d’acqua dolce è stata riconosciuta una concentrazione dei liquidi interni alquanto più elevata di quella dell’ambiente; si tratta però di cifre di gran lunga inferiori a quelle indicate per l’acqua marina.

Una spiccata indipendenza dalla concentrazione dell’acqua cominciano a manifestare i Pesci ossei, inquantochè il sangue di questi Vertebrati è più concentrato dell’ambiente nelle specie d’acqua dolce; mentre lo è meno nelle marine.