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nota | 275 |
3) al v. 19 seguivano tre versi che furono diligentemente raschiati; aguzzando gli occhi sul ms. (c. 6 r) sono riescito a scorgere queste tracce che in veritá non ci dicono piú nulla:
ut... pa... |
4) al v. 22 seguivano altri tre versi che furono anch’essi accuratamente erasi; del primo potei leggere la parola iniziale nusquam, del secondo l’ultima recentes, del terzo la lettera s con cui incominciava e la voce puella con cui finiva;
5) il v. 29 sta in luogo di due originali:
obvius in vacuum veni lacrimisque piavi |
6) al v. 31 seguiva un altro che fu abraso completamente;
7) al v. 39 seguivano tre versi oggi affatto illeggibili: anche la redazione primitiva del secondo emistichio del v. 37 e dei due seguenti sonava diversamente;
8) quid fauni 412;
9) sepius in silvis 613;
10) potuere deos 654;
11) me nempe pelignis 865;
12) omne latus tuguri strarem 916;
13) solus respondit Opheltes 1077.
Numerose sono anche le rescrizioni sopra raschiature8.
- ↑ Lezione rimasta in L (cfr. Hecker, p. 65).
- ↑ Lezione rimasta in L. In luogo delle ultime tre lettere di fauni furono scritte le ultime quattro di faciam.
- ↑ Lezione rimasta in L (cfr. Hecker, p. 65).
- ↑ deos è in L.
- ↑ Lezione rimasta in L (cfr. Hecker, p. 66).
- ↑ Lezione rimasta in L (cfr. Hecker, p. 66). Il verso cominciava in origine con omne.
- ↑ solus si scorge ancora, meno la penultima lettera, sotto la rasura. Con questa parola l’esametro originale misurava sette piedi!
- ↑ e di omne (in origine omnis?) e nemus 5, tutto il v. 19 meno currere iniziale, tutto il v. 22, valli di vallibus 24, dixere 25, longe 26, fecit piú ac omnia
facimento il Bocc. scrisse celsos al posto di valles ed abrase il séguito del primo verso e le due prime parole del secondo, poi congiunse gli emistichi superstiti con un segno di attacco.