Pagina:Boccaccio, Giovanni – Elegia di Madonna Fiammetta, 1939 – BEIC 1766425.djvu/235

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nota 229


Nel 1542 l’edizione di messer Tizzone fu ristampata da Gabriel Giolito de Ferrari, col titolo: L’Amorosa | Fiammetta di | M. Giovanni Boccaccio | nuovamente per M. Lodo | vico Dolce da ogni er | rore emendata | et dal medesimo ag | giuntovi una nuova tavo | la delle cose degne | di memoria.

La lettera dedicatoria di messer Tizzone fu sostituita con una di Gabriel Giolito «alle gentili et valorose donne della cittá di Casale di Monferrato». La tavola del Dolce premessa al testo dell’opera, è come un indice-sommario col richiamo delle pagine. Per il resto il Giolito si attiene fedelmente all’edizione di messer Tizzone.

Non occorre tener dietro alle numerose ristampe dell’edizione del Giolito per tutto il ’5001, fino alla nuova edizione Giuntina del 1594, nel cui frontespizio si legge: La | Fiammetta | di M. Giovanni | Boccacci | di nuovo ristampata | e riveduta con ogni diligenza | con testi a penna con pos | tille in margine | e con la tavola nel | fine delle cose piú notábili. In Firenze | per Filippo Giunti | M.D.XCIIII.

Ecco che cosa dice di questa nuova edizione Filippo Giunti nella lettera a Iacopo di Francesco Nerli nobilissimo fiorentino, Reggente dell’Accademia de’ Desiosi:

«Tre son le ragioni, s’io non m’inganno, per le quali io mi credo far cosa grata alla memoria di questo splendientissimo lume di nostra Patria, ancorché, per se medesimo, egli abbia con l’egregie sue opere, lasciataci in guisa chiara la luce sua, che

  1. Per la storia del testo non hanno nessuna importanza. Eccone l’elenco: Venezia, Giolito, 1545; 1546; 1551; 1558; 1562; Venezia, Cavalcalupo, 1564; Venezia, Giolito, 1565; Venezia, Angelieri, 1571; Venezia, Giolito, 1575; Venezia, Vidali, 1575; Venezia, Giolito, 1578; 1584; Venezia, Zoppino, 1584; Venezia, Giolito, 1585; Venezia, Bonfadio, 1586; Venezia, Giolito, 1586; 1589; Venezia, Farri, 1589. L’edizione Giolito 1558 si presenta con la novitá delle postille in margine (le postille non si trovano nell’edizione del 1545, ma sono incerto se erano giá nell’edizione del 1546 o in quella del 1551, perché non ho avuto possibilitá di vederle), consistenti in brevi cenni sugli argomenti trattati nelle varie pagine, e, qua e lá, anche in richiami culturali. Per esempio: «Tutte queste favole sono tocche da Ovidio nelle trasformazioni; Imita Virgilio nel quarto dell’Eneida; Queste parole sono poste dal Bembo negli Asolani; Il simile spiega il Petrarca in un sonetto leggiadramente; IL Boccaccio qui si dimostra non molto giudicioso; Di cui attende che ramante venga leggasi l’Ariosto; È forse il Boccaccio soverchio in raccontare tanti esempi; etc.». Nell’edizione 1558 non figura il nome dell’autore delle postille, ma è certo il Sansovino (cfr. De Sanctis, Storia della letteratura italiana), perché sue sono le postille del medesimo genere per YAmeto.