Pagina:Boccaccio, Giovanni – Elegia di Madonna Fiammetta, 1939 – BEIC 1766425.djvu/39

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capitolo ii 33


Al quale io senza intervallo risposi:

— Parevami che io ti perdessi. —

Oimè! che le mie parole, non so da che spirito pinte fuori, furono del futuro e agurio e verissime annunziatrici, come io ora veggio. Ma egli rispose:

— O carissima giovane, morte, non altri potrá che tu mi perda operare. —

E queste parole senza mezzo seguí un gran sospiro del quale non fu sí tosto, da me udito, che de’ primi pianti disi derava saper la cagione, dimandato, che abbondanti lagrime da’ suoi occhi, come da due fontane, cominciarono a scaturire, e il mal rasciutto petto di lui a bagnare con maggiore abbondanza; e me in grieve doglia e giá lagrimante tenne per lungo spazio sospesa, sí l’impediva il singhiozzo del pianto, anzi che alle mie molte dimande potesse rispondere. Ma poi che libero alquanto dall’émpito si sentio, con voce spesso rotta dal pianto, cosí mi rispose:

— O a me carissima donna e da me amata sopra tutte le cose, sí come gli effetti aperto ti possono mostrare, se i miei pianti meritano fede alcuna, creder puoi non senza cagione amara con tanta abbondanza spandano lagrime gli occhi miei, qualora nella memoria mi torna quello che ora in tanta gioia con teco stando mi vi tornò, e ciò è solamente il pensare che di me far due non posso, com’io vorrei, acciò che ad Amore e alla debita pietá ad un’ora satisfare potessi qui dimorando, e lá dove necessitá strettissima mi tira per forza, andando. Dunque non potendosi, in afflizione gravissima il mio cuore misero ne dimora, sí come colui che da una parte traendo pietá, è fuori delle tue braccia tirato, e dall’altra in quelle con somma forza da Amore ritenuto. —

Queste parole m’entrarono nel misero cuore con amaritudine mai non sentita, e ancora che bene non fossero prese dallo intelletto, nondimeno quanto piú di quelle ricevevano le orecchie attente a’ danni loro, tanto piú in lagrime convertendosi m’uscivano per gli occhi, lasciando nel cuore il loro effetto nemico. Questa fu la prima ora, che io sentii dolori al