Pagina:Boccaccio, Giovanni – Elegia di Madonna Fiammetta, 1939 – BEIC 1766425.djvu/41

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capitolo ii 35


sariesi, se non che essa di colui nelle braccia cui piú amava si sentiva stare; ma nondimeno paurosa rimasa, e occupata da grieve doglia, lungamente mi tolse il poter dire alcuna cosa. Ma poi che per alquanto spazio si fu assuefatta a sostenere il mai piú non sentito dolore, a’ miseri spiriti rendè le paurose forze, e gli occhi rigidi divenuti ebbero copia di lagrime, e la lingua di dire alcuna parola. Per che, al signore della mia vita rivolta, cosí dissi:

— O ultima speranza della mia mente, entrino le mie parole nella tua anima con forza di mutare il proposito, acciò che, se cosí m’ami come dimostri, e la tua vita e la mia cacciate non siano dal tristo mondo prima che venga il di segnato. Tu, da pietá tirato e da amore, in dubbio poni le cose future; ma certo, se le tue parole per addietro sono state vere, con le quali me da te essere stata amata non una volta, ma molte hai affermato, niun’altra pietá a questa potenza dèe potere resistere, né mentre ch’io vivo, altrove tirarti; e odi perché. Egli t’è manifesto, se tu séguiti quello che parli, in quanto dubbio tu lasci la vita mia, la quale appena per addietro s’è sostenuta quel giorno che io non t’ho potuto vedere: dunque puoi esser certo che, cessandoti tu, ogni allegrezza da me si partirá. E ora bastasse questo! Ma chi dubita che ogni tristizia mi sopravverrá, la quale, forse e senza forse, mi ucciderá? Ben dèi tu oramai conoscere quanta forza sia nelle tenere giovani a potere cosí avversi casi con forte animo sostenere. Se forse vogli dire che io per addietro, amando saviamente e con forza, gli sostenni maggiori, certo io il consento in parte, ma la cagione era molto diversa da questa: la mia speranza posta nel mio volere mi faceva lieve quello che ora nell’altrui mi graverá. Chi mi negava, quando il disio m’avesse pure oltre ad ogni misura costretta, che io te, cosí di me come io di te innamorato, non avessi potuto avere? Certo nessuno: quello che, essendomi tu lontano, non m’avverrá. Oltre a ciò, io allora non sapeva, piú che per vista, chi tu ti fossi, benché io t’estimassi da molto; ma ora io il conosco, e sento per opera, che