Pagina:Boccaccio, Giovanni – Il comento alla Divina Commedia e gli altri scritti intorno a Dante, Vol. I, 1918 – BEIC 1758493.djvu/61

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egli li liberali studi del tutto abbandonati, e massimamente da’ prencipi e dagli altri grandi uomini, a’ quali si soleano le poetiche fatiche intitolare, e per questo e le divine opere di Virgilio e degli altri solenni poeti non solamente essere in poco pregio divenute, ma quasi da’ piú disprezzate; avendo egli incominciato, secondo che l’altezza della materia richiedea, in questa guisa: Ultima regna canarn, fluido contermina mundo, spiritibus quae lata patent, quce premia solvunt prò meritis cuicumque suis, ecc. il lasciò stare; e, immaginando invano le croste del pane porsi alla bocca di coloro che ancora il latte suggano, in istile atto a* moderni sensi ricominciò la sua opera e perseguilla in volgare. Questo libro della Comedia, secondo il ragionare d’alcuno, intitolò egli a tre solennissimi uomini italiani, secondo la sua triplice divisione, a ciascuno la sua, in questa guisa: la prima parte, cioè lo ’Nferno, intitolò a Uguiccione della Faggiuola, il quale allora in Toscana signore di Pisa era mirabilmente glorioso; la seconda parte, cioè il Purgatoro, intitolò al marchese Moruello Malespina; la terza parte, cioè il Paradiso, a Federigo terzo re di Cicilia. Alcuni vogliono dire lui averlo intitolato tutto a messer Cane della Scala; ma, quale si sia di queste due la veritá, niuna cosa altra n’abbiamo che solamente il volontario ragionare di diversi; né egli è si gran fatto che solenne investigazione ne bisogni. Similemente questo egregio autore nella venuta d’ Arrigo settimo imperadore fece un libro in latina prosa, il cui titolo è Monarchia, il quale, secondo tre quistioni le quali in esso ditermina, in tre libri divise. Nel primo, loicalmente disputando, pruova che a ben essere del mondo sia di necessitá essere imperio; la quale è la prima quistione. Nel secondo, per argomenti istoriografi procedendo, mostra Roma di ragione ottenere il titolo dello imperio; ch’è la seconda quistione. Nel terzo, per argomenti teologi pruova l’autoritá dello ’mperio immediatamente procedere da Dio, e non mediante alcuno suo vicario, come li cherici pare che vogliano; ch’è la terza quistione.