Pagina:Boccaccio, Giovanni – Il comento alla Divina Commedia e gli altri scritti intorno a Dante, Vol. II, 1918 – BEIC 1759042.djvu/118

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conoscendo che egli non consigliava l’autore a buon fine; ma sentendo l’autore, forse per ostupefazione, non aver pronto che rispondere, disse egli con parole alquanto austere: O Minos, «perché pur gride», ingegnandoti di spaventarlo? «Non impedire», con questo tuo sgridare, «il suo fatale andare», cioè il suo andare da divina disposizion procedente. E questo vocabolo «fatale» e come si debba intendere «fato», si dichiarerá appresso nel nono canto sopra quelle parole: «Che giova nelle fata dar di cozzo?» Ma nondimeno, brievemente alcuna cosa dicendone, dico che è da sapere, secondo che Boezio in libro De consolatione ditermina, fato non è altro che disposizione della divina mente intorno alle cose presenti e future. E questo medesimo par sentire santo Agostino nel quinto De civilate Dei; il quale, poi che in questa conclusione è venuto, dice queste parole: «Sentenlíam tene, linguam comprime»; volendo che noi tegnamo la sentenza, ma schifiamo il vocabolo, cioè di chiamar «fato» la divina disposizione. E questo non fu ne’suoi tempi senza cagione: la qual fu, percioché allora venendo moltitudine di gentili alla fede cattolica, e però ancor tenera surgendo la cristiana religione, accioché ogni cosa in quanto si potesse si togliesse via (dico di quelle che alcuna forza paressero avere in rivocare negli errori lasciati i gentili, ancora non molto fermati nella cattolica veritá), e questo e molti altri vocaboli, li quali i gentili usavano, si guardavano di usare nelle loro predicazioni e nelle loro scritture. Ma oggi, per la grazia di Dio, è si radicata e si ferma ne’ petti nostri la dottrina evangelica, che senza sospetto si può tra’ savi ogni vocabolo usare. «Vuoisi cosi», cioè che questi entri qua entro vivo, e vegga la miseria di te e degli altri dannati. E dove si vuole? Vuoisi «colá dove si puote Ciò che si vuole», cioè nella mente divina, la qual sola puote ciò che ella vuole; «e piú non dimandare»; — quasi dica: — A te non s’appartiene di sapere che si muova la divinitá a voler questo. — «Ora incomincian». Qui comincia la terza parte di questo canto, nella qual dissi si conteneva qual peccato in questo